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“La vigna è la nostra origine. La potatura invernale, il sole estivo che matura le uve, la vendemmia nella bruma mattutina”.

La Dacastello Vini Pregiati è la storia di due fratelli nati su una collina piemontese circondata da vigne a perdita d’occhio.

“Ma se il legame con la nostra terra cresceva, la curiosità per il mondo oltre la collina si faceva strada.
Abbiamo viaggiato a lungo, conosciuto culture diverse, fino quando un giorno ci siamo guardati negli occhi. In quell’istante abbiamo avuto la stessa visione, e siamo tornati in Italia”.

I tempi erano ormai cambiati. La realtà vinicola evoluta, specializzata.

“L’incontro con i produttori locali delle varie regioni italiane ci ha messo in relazione con le realtà vinicole più disparate”.

In quel momento ha preso vita il progetto: promuovere la varietà enologica italiana. Offrire al maggior numero di persone, in Italia e nel mondo, la scoperta e l’esperienza dei vini italiani più autentici. Così è nata la Dacastello Vini Pregiati.

“Erano i primi anni Duemila, a guidarci una visione, una sfida, e la forza delle nostre origini.
Con determinazione abbiamo concepito le nostre prime etichette, inserito nel catalogo i primi vini. Nonostante diversi ostacoli, abbiamo creduto nel nostro progetto. La tenacia è stata la nostra forza”.

In poco tempo, più di cinquanta tipologie di vino sono entrate nel catalogo Dacastello Vini Pregiati. La rete distributiva ha coperto l’intero territorio nazionale e ha raggiunto l’Europa.

Credendo nell’innovazione e innalzando la qualità dei prodotti, oggi Dacastello Vini Pregiati è presente in Europa, Stati Uniti, Centro America e nord Africa con tre gamme di vini differenti, capaci di soddisfare il pubblico più vario.

“Nel frattempo i nostri figli sono cresciuti, hanno studiato, e ci hanno raggiunto. Le loro competenze, la tecnologia, e la nostra esperienza si sono fuse. Insieme stiamo lavorando per far evolvere la nostra visione”.

L’obbiettivo comune, ora, è permettere al maggior numero di persone nel mondo di scoprire le eccellenze regionali dell’enologia italiana.

“Il nostro futuro? Che a Shangai un cuoco spagnolo sorseggi un Ribolla Gialla, a Dubai una coppia italiana ritrovi il Barbera natio, e una sposa indiana brindi con un bicchiere di Prosecco”.