
Passerina e Pecorino Terre di Chieti: l’Abruzzo nel calice
Un viaggio alla scoperta di due eccellenze dell’enologia abruzzese. Dal passato in sordina alla valorizzazione delle straordinarie potenzialità di due bianchi iconici, che faranno ancora molta strada.
L’Abruzzo è una tra le regioni viticole italiane più interessanti per varietà, biodiversità e qualità produttiva. Spesso considerato terra d’elezione di vini rossi importanti e strutturati (dici Abruzzo e subito pensi al Montepulciano), negli ultimi decenni ha saputo esprimere ottime potenzialità anche nei bianchi.
Archiviato il passato recente nel quale la ricerca del profitto aveva privilegiato i grandi volumi a scapito della qualità, la regione ha voltato pagina con lodevoli iniziative volte alla valorizzazione di varietà autoctone quasi scomparse perché considerate poco redditizie, che oggi ricevono invece consensi di critica e pubblico per le loro ottime caratteristiche organolettiche e gustative.
L’ideale collocazione tra il mare Adriatico e i massicci del Gran Sasso e della Majella rende questo territorio estremamente vocato per la viticoltura. Le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, una buona quantità di precipitazioni e la ventilazione costante costituiscono un microclima perfetto per la vite. Su questo fertile humus ha potuto così innestarsi un’importante tradizione vinicola, che affonda le sue radici nell’antichità, al tempo dei Greci e dei Fenici, che per primi introdussero la coltivazione della vite in terra abruzzese.
Oggi due varietà autoctone a bacca bianca, il Pecorino e la Passerina, stanno vivendo un momento di straordinaria rinascita. I nomi curiosi hanno di certo contribuito al loro rilancio, ma il merito della rinnovata popolarità va riconosciuto a una caparbia e lungimirante generazione di enologi e imprenditori vitivinicoli che a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso ha scelto di scommettere sul loro successo.
Se in passato queste uve venivano prevalentemente assemblate fra di loro o col Trebbiano, solo di recente si è scelto di vinificarle in purezza per esaltarne le peculiarità. Scopriamone insieme origini, caratteristiche e curiosità.
Pecorino: carattere e versatilità
Vitigno di origini antiche, impiantato nell’Italia centrale dai Greci, il Pecorino ha trovato dapprima nelle Marche e poi in Abruzzo le condizioni ideali per prosperare.
Maturazione precoce e basse rese hanno messo seriamente a rischio questa varietà, che ha rischiato l’estinzione alla fine del secolo scorso. Utilizzato come vino da taglio per vini più leggeri e relegato a comprimario, ha dovuto attendere gli anni Novanta per risorgere a nuova vita, grazie alla scelta di vinificarlo in purezza.
Carattere, intensità e freschezza sono le sue cifre distintive. La notevole struttura è mitigata dalle note minerali ed erbacee, con una leggera speziatura e suggestioni che spaziano dalla frutta esotica ai fiori gialli.
La grande persistenza al palato lo rende accomunabile a un rosso; inoltre, grazie al suo gusto equilibrato e alla spiccata acidità, è un vino estremamente versatile negli abbinamenti, tanto da poter accompagnare l’intero pasto. Perfetto con antipasti, crudité di pesce e brodetti, si sposa ottimamente anche con formaggi freschi, carni bianche e primi importanti con tartufo nero e funghi.
Ma qual è l’origine di un nome così curioso? Secondo l’ipotesi più accreditata sarebbe da ricondurre alla pratica della pastorizia e della transumanza, molto diffuse in Abruzzo. Pare infatti che le pecore fossero particolarmente ghiotte dei suoi acini dolci, che maturavano precocemente nel mese di settembre, proprio nel periodo del loro passaggio dalle montagne alla costa.
Pecorino Terre di Chieti I.G.T. Dacastello
Bianco dalla spiccata personalità, il Pecorino Terre di Chieti I.G.T. Dacastello incarna perfettamente il territorio in cui si radica. Coltivato su un terreno di argilla e sasso calcareo fortemente drenante, risente della ventilazione del mare Adriatico che conferisce una particolare sapidità a questo vino.
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Passerina: freschezza fruttata
La Passerina è tra i vini bianchi più apprezzati del litorale adriatico. Appartenente alla varietà dei Trebbiani, è un vitigno antico che gode del benevolo influsso delle brezze marine, le quali gli conferiscono una caratteristica sapidità.
Condivide con il Pecorino una storia poco gloriosa: in passato veniva infatti vinificato principalmente in uvaggio, come uva da taglio per conferire eleganza, e ha vissuto a lungo all’ombra del Trebbiano toscano, più resistente e dalle rese superiori. Oggi per fortuna molti vignaioli hanno scelto di produrre Passerina in purezza, per esaltarne le spiccate doti aromatiche.
Vino fresco, non molto strutturato, rivela note fruttate, sostenute da una buona sapidità: ananas, agrumi, fiori bianchi e pesca compongono il variegato bouquet. La Passerina è un vino molto duttile, adatto ad essere vinificato fermo, spumantizzato o in un’elegante versione passita, dove esprime interessanti sentori caramellati e canditi. Nella sua versione ferma la buona acidità, il corpo leggero e i profumi intensi la rendono ideale come aperitivo, in accompagnamento a piatti di pesce, verdure e ricette speziate.
Un calice non troppo impegnativo, insomma, ma ricco di suggestioni e piacevolezza.
Infine una curiosità: il suo nome pare derivi da una particolare predilezione dei passeri per i suoi acini zuccherini e polposi.
Passerina Terre di Chieti I.G.T.
La Passerina Terre di Chieti I.G.T. Dacastello nasce nel lembo meridionale dell’Abruzzo, nella zona compresa tra le colline Frentane e del medio Sangro. Grazie alla piacevole mineralità, al palato è fresco e di buona struttura, con un finale sapido.
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